domenica 13 novembre 2011

Non Arrendiamoci

L' Italia non è un paese a cui manchi la fantasia, ma quello che sta succedendo in queste ore è al di là del genio di qualsiasi pur geniale scrittore. Vediamo di ricapitolare.Il Presidente del Consiglio, che governava dopo aver vinto regolari elezioni, si dimette tra due ali di folla osannante come se fosse caduto un feroce dittatore, la stessa folla osannante accoglie come nuovo Primo Ministro un tecnocrate calato ai vertici del Governo dall'alto e, peggio ancora, impostoci da potenze straniere. Ci sarebbe da disperarsi, da chiudersi in casa terrorizzati e gridare alla fine dello stato democratico; e invece no, tutto tranquillo, tutto normale. L'Italia torna ad essere una colonia di potenze straniere e nessuno si scandalizza: forse abbiamo come popolo la vocazione ad essere governati da altri o forse la potenza mediatica,giudiziaria e finanziaria che ha impedito a Berlusconi di realizzare una vera riforma liberale del nostro paese ha una forza tale che riesce anche a pilotare le menti degli italiani al punto da rendere normale ciò che è pazzesco.
Intendiamoci, Berlusconi ha colpe importanti, prima fra tutte quella di aver lasciato che nel PDL prendessero sempre più potere politici di professione opportunisti e sempre in vendita al miglior offerente; in secondo luogo quella di non aver preteso subito, come primo atto del suo governo, una riforma del sistema giudiziario che togliesse alle procure l'inaudito potere che permette loro di sovvertire in qualsiasi momento le normali regole della democrazia, terzo, anche per importanza, quello di non aver fatto un po' di attenzione nel tenere maggiormente confidenziale la sua vita privata.
Quello però che gli è costato la "pelle" è stato mettersi contro alla grande finanza internazionale e, in particolare, l'aver cercato di dare all'Italia un ruolo indipendente dalle scelte dei grandi capitali Franco-Tedeschi: il tentativo di creare un asse privilegiato con la Libia che ci permettesse di guardare al fabbisogno energetico con maggior serenità non è stato digerito dal grande monopolio internazionale: ci provò anche Enrico Mattei, che fece la fine di Gheddaffi. Peggio ancora è stato visto l'asse con Putin (che per il momento ha ancora forze per difendersi e che, forse, è oggi, per assurdo, l'unico baluardo che resta contro il potere della grande burocrazia tecno/finanziaria).
I grandi globalizzatori del WTO, del FMI e compagnia bella hanno scatenato contro Berlusconi una guerra senza quartiere utilizzando la peggior tecnocrazia disponibile nel nostro paese, quella giudiziaria, Berlusconi, pur ferito, è riuscito a resistere, batteva colpo su colpo, quasi da solo, con un partito infarcito da opportunisti che, con poche eccezioni, preferivano non crearsi problemi con la casta dei magistrati. A questo punto la grande finanza ha deciso di scendere in campo in prima persona ed ha sferrato l'attacco decisivo riuscendo ad equiparare il nostro paese alla Grecia. Tutto ovviamente solo sulla base del potere mediatico, visto che non esiste un solo fondamentale economico tale da generare un simile panico attorno al nostro paese.
Ma se la fine di Berlusconi può essere considerata accettabile dai suoi oppositori ciò che non può essere accettabile è l'accreditare il Prof. Monti come una persona con le carte in regola per presentarsi come salvatore della patria.
Il Prof. Monti in tanti anni di onestà carriera nel periodo in cui l'Italia gonfiava a dismisura il debito pubblico (creando le condizioni di debolezza che oggi dobbiamo affrontare) era straordinariamente organico al potere e non si è mai mostrato scandalizzato per quel che succedeva; anzi, l'economista Monti, riteneva accettabile che l'Italia avesse un debito pubblico superiore al 100% del PIL.
Il Prof. Monti non mi pare che negli ultimi dieci anni abbia mai lanciato segnali d'allarme circa il potere che le organizzazioni finanziarie stavano prendendo sull'economia mondiale e circa il disastro che tali organizzazioni stavano per realizzare; anzi  dal 2005 è International Advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del “Goldman Sachs Global Market Institute”. 
Quindi Berlusconi viene cacciato e svillaneggiato per non aver saputo uscire dalla crisi economica (ricordiamo per inciso che mentre ci provava aveva il duo alleato Fini che remava contro, la Procura di Milano che lo chiamava a rispondere in oltre 20 processi, il Ministro Tremonti che remava per conto suo ecc...) e un uomo che della crisi è sicuramente tra i responsabili (per lo meno per omessa denuncia) viene acclamato come salvatore della patria.
Questa è l'Italia, ma gli italiani non sono tutti così. C'è anche chi, come me, è disposto a combattere anche da posizioni perdute ed è pronto a ripartire per difendere la dignità del nostro paese.
Ho pagato con tre mesi di carcere il mio diritto di uomo di contestare la procura di Milano, probabilmente pagherò anche il mio diritto di dire chi sono gli uomini della grande finanza che oggi hanno di fatto realizzato un colpo di Stato, ma, ogni mattina, non pagherò i conati di vomito guardandomi allo specchio.

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