venerdì 27 luglio 2012

Se non ci ribelliamo adesso

Da tempo, cioè da molto prima che la loro furia vendicatrice si abbattesse su di me, denuncio la follia, l'inadeguatezza, la sovversività di una buona parte della magistratura in Italia.

Siamo in pochi ad avere il coraggio di farlo; in molti lo vorrebbero fare ma hanno paura. In Italia i magistrati hanno il potere di rovinarti la vita, un potere assoluto, senza limiti, senza controlli.

Però l'evidenza di quanto io dico e scrivo da anni è ormai così palese che non si può indugiare, bisogna agire.

Potrei parlare del costante sovvertimento delle regole democratiche perpetrato dai magistrati che decidono di entrare nelle vicende politiche, avrei decine di esempi, ma  preferisco per oggi parlare di altri casi.

Cominciamo dalle recenti cronache di "nera": Meredith, Chiara Poggi, Yara, per citare i più eclatanti. Vittime in attesa di giustizia che forse mai l'avranno; vittime dei loro carnefici e vittime di inquirenti incapaci di portare a conclusione una vicenda processuale con la condanna dei colpevoli. Riflettiamo, questi sono casi di rilevantissima portata mediatica, quindi dovremmo presumere che gli inquirenti mettano il massimo del loro impegno; ecco se questi sono i risultati pensiamo a quale livello di approssimazione ci sia sulle vicende che non interessano nessuno. Le strade pullulano di colpevoli e le carceri sono piene di innocenti, ma di queste cose nessuno parla perchè nella gran parte dei casi sono reati che non hanno rilevanza mediatica.

A molti magistrati non interessa capire se in quel gruppo di potenziali trafficanti di droga ci sono degli innocenti o se un lavoro un po' più accurato potrebbe portare ad altre condanne; non si va sui giornali per questo; meglio, molto meglio, per la loro vana gloria rovinare la vita a qualche poveraccio che ha avuto l'irredimibile colpe di fare politica (i casi Errani e Vendola dimostrano quanto dico da tempo che l'offensiva è contro la democrazia e dove serve va a colpire anche la sinistra).

Ma i casi degli ultimi giorni sono di una Follia insuperabile.

A Palermo una procura che dovrebbe tenere un profilo bassissimo, se non vergognarsi, per l'incapacità dimostrata nel trovare i colpevoli della morte di Borsellino - dove un innocente ha fatto12 anni di carcere -; al contrario arriva a livelli di arroganza inauditi cercando di zittire (dopo averne ascoltato le conversazioni telefoniche ed averne reso pubblici i contenuti) il Presidente della Repubblica.

A Taranto, dove è del tutto evidente che una situazione incancrenita da 30 anni necessitava un approccio politico condiviso, la Procura entra a gamba tesa causando un disastro economico che si aggiunge a quello ecologico che, adesso, difficilmente il privato potrà gestire.

Quali altre nefandezze dobbiamo aspettare per bloccare questo potere che, sfuggito ormai ad ogni controllo, sta, con logica difficile da comprendere, affossando quel poco che resta del nostro paese?

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